Come vestirsi in montagna: gli strati sono il segreto!

Come vestirsi in montagna

Come vestirsi in montagna: gli strati sono il segreto!

Uno dei problemi principali che si deve affrontare quando si praticano attività in montagna concerne senza dubbio l’abbigliamento. In questo contesto, infatti, le temperature possono essere molto variabili e si corre il rischio di indossare indumenti talvolta troppo caldi, altre eccessivamente leggeri, anche a causa dello sforzo fisico cui si è sottoposti.

Quando fai attività all’aria aperta, quindi, un abbigliamento a strati diventa il metodo più intelligente per gestire la termoregolazione.

Questa strategia ti consente di regolare alla perfezione il comfort del tuo corpo, aggiungendo o togliendo indumenti in funzione del livello di attività fisica o in base ai cambiamenti delle condizioni climatiche tempo cambia.

In gergo colloquiale è possibile definire tale approccio con l’espressione: “vestirsi a cipolla”. Proprio come la cipolla, infatti, si indossano diversi strati rimovibili all’occorrenza.

Per comprendere meglio l’importanza della stratificazione dei vestiti per le attività all’aperto, è necessario conoscere le funzioni di ogni livello (o strato, appunto):

  • Strato interno (strato intimo funzionale): allontana il sudore dalla pelle
  • Strato intermedio (strato isolante): trattiene il calore corporeo per proteggerti dal freddo
  • Strato esterno (strato protettivo o guscio): ti protegge dal vento e dalla pioggia

Anche se non indossi tutti e tre i livelli di protezione quando parti per un’escursione, una ciaspolata o una sessione di sci, è comunque una buona idea portare con te tutti gli indumenti per ricomporre gli strati all’occorrenza; in caso contrario potresti solo togliere qualcosa se la temperatura dovesse aumentare, ma non potresti aggiungere strati senza averli con te.

Vediamo ora più nello specifico quali sono le funzioni e i materiali che compongono ogni strato.

Strato interno o di base: utile nella gestione dell’umidità

In quanto strato prossimo alla pelle, la funzione dello strato interno è essenzialmente quella di allontanare il sudore dalla pelle, ovvero di “assorbire” il sudore in eccesso per non lasciare la pelle umida.

In caso di freddo sono necessari strati di base di biancheria intima lunga per mantenere la pelle calda, oltre che asciutta. Questo accorgimento è essenziale perché evita, nei casi più estremi, il rischio di ipotermia.

Quali sono i materiali migliori per lo strato interno

Esiste una vasta gamma di opzioni di tessuto, inclusi tessuti tecnici come poliestere e nylon o fibre naturali come lana merino e seta.

Sebbene le differenze siano sottili sia nella traspirazione e nell’asciugatura di ciascun materiale, che nella ritenzione e durata nel tempo degli odori, molte persone semplicemente scelgono la loro preferenza personale per il tessuto.

Peso degli indumenti che compongono lo strato interno

In questo caso le alternative sono molto semplici: peso leggero, talvolta è possibile incappare in varianti “ultraleggere”, peso medio e pesante.

Generalmente i tessuti più pesanti (più spessi) ti tengono più caldo, anche se, come abbiamo già detto, lo scopo principale di uno strato interno non è legato alla termoregolazione ma all’assorbimento del sudore.

Strati di base adatti in caso di clima caldo

Una precisazione particolare va fatta sull’intimo in caso di condizioni climatiche particolarmente favorevoli. Infatti, nonostante la biancheria intima lunga possa apparire non ideale quando le temperature salgono, avere la pelle asciutta generalmente ti consente di avere un maggior comfort in ogni condizione.

Facciamo ora qualche altra considerazione utile sullo strato interno da indossare quando le temperature sono calde:

  • Qualsiasi maglia estiva potrebbe essere considerata “strato di base”, quindi cerca quelle che offrono maggior assorbimento. Come scoprirlo? Innanzitutto dai un’occhiata ai materiali di realizzazione ed alla scheda tecnica.
  • Alcune camicie progettate per la stagione calda disperdono l’umidità attraverso il tessuto che, grazie all’evaporazione, aiuta a raffreddare il corpo. Questi capi tecnicamente non sono considerati come strato interno, ma in quanto strato prossimo alla pelle possono aumentare il comfort in condizioni di caldo.
  • Anche capi intimi come slip, boxer e reggiseni dovrebbero contribuire all’assorbimento dell’umidità. Questo aspetto è importante anche quando essi vengono indossati sotto l’intimo lungo, in inverno.
  • Gli strati interni classificati UPF offrono una maggiore protezione dal sole.
  • Il cotone, perfetto in una giornata secca e rovente, è invece inutilizzabile in inverno perché si trattiene molta acqua che, a causa delle temperature rigide, può congelare e raffreddare tutto il corpo.
  • Le tecnologie più recenti nel campo dei tessuti, come la lana mescolata con particelle di ceramica, creano capi eccellenti per gli strati interni, che riescono letteralmente a raffreddare la pelle per un maggiore comfort.

Lo Strato intermedio svolge la funzione di isolamento

Lo strato isolante, anche definito intermedio, ti aiuta a mantenere il calore irradiato dal tuo corpo. Quanto più efficientemente questo strato intrappola quel calore, tanto più avvertirai una sensazione di piacevole caldo.

Quali sono i migliori materiali per lo strato intermedio

Proprio come abbiamo visto con gli strati interni, anche per quello intermedio hai una vasta gamma di opzioni, sia sintetiche che naturali.

In genere si parte dall’assunto che più spesso (o più gonfio) sia sinonimo di più caldo, ma non bisogna trascurare l’efficienza del materiale isolante, importante almeno quanto lo spessore del capo.

Vediamo alcuni materiali abbastanza comuni negli strati intermedi:

  • Felpa in poliestere
    Disponibile in tessuti leggeri, medi e pesanti; talvolta commercializzati in base al peso (100, 200 e 300 grammi). Il poliestere ha il vantaggio di conservare il calore anche quando è bagnato, inoltre asciuga rapidamente. Le felpe traspirano bene, quindi è meno probabile che si surriscaldino all’interno.
  • Felpe in pile da uomo e da donna
    Se la grande traspirabilità rappresenta un pregio importante, è anche giusto sottolineare che la stessa caratteristica favorisce il passaggio del vento attraverso il tessuto, e questo può voler dire dispersione di calore. Ecco perché è imprescindibile avere anche uno strato esterno (il cosiddetto guscio) quando indossi uno strato intermedio in pile.

In alternativa puoi sostituire il guscio con un antivento, dotato di membrana interna che blocca il passaggio dell’aria.

Giacche sportive da uomo e giacche sportive da donna

  • Giacche isolanti in piuma
    Facile da comprimere e, di conseguenza, da trasportare, la piuma, in relazione al suo peso offre più calore rispetto a qualsiasi altro materiale isolante. L’efficienza della piuma è misurata in fill power, variabile tra 450 e 900.
    Visto che la piuma si trova sempre all’interno di un materiale a guscio, i piumini offrono anche una certa resistenza all’acqua e al vento. Lo svantaggio risiede nel fatto che questo abbigliamento perde l’efficienza isolante quando è umido.

  • Giacche isolanti sintetiche (tecniche): le imbottiture, o isolanti sintetici, da qualche tempo sono state create per provare a riprodurre l’efficienza della piuma; dobbiamo dire che anno dopo anno si avvicinano sempre di più a quello standard.
    Anche se i materiali sintetici non si comprimono così bene come la piuma, sono un’opzione molto scelta per le condizioni di pioggia perché preservano la capacità isolante quando si bagnano. Come per la piuma, infatti, l’isolamento sintetico è sempre all’interno di un materiale a guscio che offre maggiore resistenza all’acqua e al vento.

Strato esterno: ideale come protezione da pioggia e vento

Lo strato esterno (strato protettivo o guscio) ti protegge da vento, pioggia e neve. I gusci vanno dalle giacche da alpinismo, decisamente più costose, alle giacche più semplici, ma comunque resistenti al vento.

La maggior parte di questi indumenti lascia traspirare almeno un po’ di sudore. Inoltre tutti dovrebbero essere trattati con una resistente finitura idrorepellente (DWR).

Il guscio esterno è fondamentale in casi estremi, come una tempesta, situazioni in cui se il vento e l’acqua riuscissero a penetrare potresti seriamente rischiare il congelamento.

I gusci possono essere raggruppati nelle seguenti categorie principali:

  • Gusci impermeabili / traspiranti: la scelta più funzionale (e costosa), questo tipo di guscio è l’opzione migliore per le condizioni limite. In generale, nell’ambito dell’abbigliamento da montagna, più costoso equivale a più asciutto; inoltre i gusci più costosi sono spesso più durevoli.
  • Gusci resistenti all’acqua / traspiranti: sono più adatti a condizioni piovigginose, ariose e ad alti livelli di attività fisica. Più convenienti rispetto ai gusci impermeabili / traspiranti, sono in genere realizzati in tessuti di nylon o poliestere a trama fitta, che bloccano il vento leggero e la pioggia leggera.
  • Gusci soft shell: enfatizzano la traspirabilità. La maggior parte è caratterizzata da pannelli in tessuto elasticizzato o completamente elasticizzato, per un maggiore comfort durante le attività aerobiche. Molti combinano resistenza alla pioggia leggera e la protezione dal vento con un leggero isolamento, quindi combinano due strati in un’unica giacca.
  • Gusci impermeabili / non traspiranti: questi gusci sono adatti per i giorni di pioggia, senza attività (ad es. pesca, eventi ricreativi in montagna). Sono in genere realizzati in nylon rivestito, resistente all’acqua e al vento. Se fai attività mentre ne indossi uno, probabilmente finirai per inzuppare i tuoi strati sottostanti con il sudore.

Esempi di abbigliamento a strati per montagna, in caso di freddo, pioggia e caldo

Assodata l’importanza di indossare abiti a strati, spesso ci si chiede come vestirsi per la montagna in inverno e in estate, o in caso di differenti condizioni meteorologiche.

Qualsiasi suggerimento basato unicamente sul clima, tuttavia, trascura considerazioni chiave, come il livello di sforzo e il metabolismo personale.

Gli esempi che seguono sono costruiti su una persona ipotetica che non soffre particolarmente caldo o freddo, che sta facendo un’escursione di mezza giornata di difficoltà intermedia.

Vestirsi a strati per ambienti freddi

  • parte superiore e inferiore della biancheria intima in poliestere medio leggero;
  • una giacca con isolamento sintetico;
  • pantaloni di peso medio garzati;
  • giacca e pantaloni antipioggia impermeabili/traspiranti.

Vestirsi a strati per ambienti umidi e piovosi, con temperature normali

  • intimo lungo, in poliestere leggero, sia per la parte superiore che per le gambe;
  • giacca leggera in pile;
  • pantaloni da trekking tecnici;
  • giacca e pantaloni impermeabili leggeri e traspiranti (con molte prese d’aria).

Vestirsi a strati per ambienti caldi

  • slip in poliestere e T-shirt sintetica a maniche corte;
  • pantaloni da trekking in nylon convertibili;
  • giacca a vento leggera.

Quelli elencati sono ovviamente solo degli esempi, esistono infatti molteplici alternative, tutte valide ed estremamente funzionali per ognuna delle situazioni ipotizzate. Il trucco, banalmente, consiste nello scegliere le soluzioni ideali in relazione alla tua destinazione, al momento dell’anno in cui ti sposti, allo sport che devi praticare, al bugdet e, perché no, alle tue preferenze estetiche.

Dai un’occhiata al nostro shop per trovare il tuo abbigliamento tecnico ideale

Una volta effettuata la scelta e acquistati i capi, è altrettanto importante trovare il giusto feeling con gli stessi, per gestirli nel migliore dei modi in ogni evenienza, a seconda delle necessità contingenti. Ad esempio se la pioggia e il vento cessano, rimuovi il guscio; se l’attività fisica non è abbastanza intensa da generare sufficiente calore, aggiungi uno strato intermedio….e così via!

Molte persone preferiscono indossare uno strato intermedio e/o uno strato esterno aggiuntivi ad ogni sosta, solo per evitare di la sensazione di freddo e le possibili conseguenza di una sudata.In definitiva possiamo dire che la scelta dell’abbigliamento tecnico da montagna è senza dubbio soggettiva, ma allo stesso tempo è opportuno che avvenga in maniera ponderata e consapevole.

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